Telecamere fai da te, trappola privacy
Telecamere fai da te, trappola privacy
di Stefano Manzelli
Le fototrappole installate dal comune sulle strade per punire gli sporcaccioni diventano un boomerang per il sindaco se sono state installate senza alcuna valutazione preventiva sulla privacy
Costa caro al primo cittadino installare telecamere sulle strade senza alcun cartello informativo confidando solo sulla capacità tecnica della sua società partecipata. Che a sua volta incorrerà in ulteriori pesanti sanzioni se ha divulgato foto e video dei trasgressori sui social senza nominare il proprio responsabile per la protezione dei dati. Lo ha chiarito il Garante privacy con due severe ordinanze ingiunzioni adottate il 28 aprile 2022 rispettivamente a carico del comune di Taranto e della sua società partecipata. È bastato il reclamo di un cittadino per far crollare un’attività di trattamento illecito dei dati personali avviato con sistemi di video ripresa ancor prima dell’entrata in vigore del gdpr senza il rispetto di alcuna formalità privacy. Il comune, infatti, dal 28 marzo 2012 ha affidato alla sua società partecipata la gestione semplificata delle fototrappole curandosi solo di mettere a disposizione degli ispettori ambientali, a sua volta nominati dal sindaco del comune pugliese, un disciplinare ad hoc. Ma senza formalizzare i rapporti ex art. 28 del regolamento europeo con la società partecipata, trascurando le informative e omettendo la realizzazione anche della valutazione di impatto privacy. Inoltre assistendo alla pubblicazione sui social della società di immagini e filmati identificativi di soggetti sanzionati. L’autorità centrale ha quindi avviato una istruttoria che si è conclusa con l’applicazione di una pesante sanzione di 150 mila euro al comune, titolare del trattamento, e di 200 mila euro al gestore del servizio rifiuti. Il comune ha infatti omesso formalità, controlli, informative e l’adozione delle necessarie misure tecniche ed organizzative per assicurare il corretto trattamento dei dati personali. Ma la società in house ha anche diffuso immagini e filmati sui propri social senza coinvolgere minimamente il municipio e addirittura senza nominare il proprio responsabile per la protezione dei dati personali, ma nominando irregolarmente come responsabile esterno del trattamento la società privata che ha installato le telecamere.
Fonte: Italia Oggi