Urbano, Guardie giurate a tutela degli asset italiani all’estero. Far ripartire l’iter legislativo

Urbano, Guardie giurate a tutela degli asset italiani all’estero. Far ripartire l’iter legislativo

C’era un accordo politico nella precedente legislatura, si riparta da lì

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nei prossimi giorni la Commissione Affari Costituzionali della Camera avvierà i lavori sulla proposta di legge che intende introdurre nel nostro ordinamento la possibilità di impiegare le guardie particolari giurate per la tutela degli asset italiani all’estero. Già nella scorsa legislatura, a valle di un iter di quasi tre anni e nonostante le diverse sensibilità delle forze politiche avessero determinato la presentazione di ben quattro proposte di legge sul tema (Fratelli d’Italia, una componente del Movimento 5 stelle, Lega e Partito Democratico), sul provvedimento era stato trovato nella competente Commissione un accordo politico. Accordo sostanziatosi in un testo base accettato da larga parte dell’arco costituzionale, con l’obiettivo dichiarato di una sua approvazione in tempi rapidi; tuttavia, la crisi del governo Draghi nel luglio scorso, la mancata ricomposizione di una maggioranza per portare a termine la legislatura e, quindi, le successive elezioni indette a settembre ne avevano interrotto il promettente cammino.

Con l’avvio della nuova Legislatura, Assiv ha ripreso la sua attività di interlocuzione propositiva nei confronti degli stakeholder pubblici in rappresentanza delle istanze del comparto della sicurezza privata, nel tentativo di rallacciare le fila del discorso interrottosi in estate. La sensibilità dell’allora onorevole, oggi ministro, Lollobrigida ha pertanto garantito, già all’avvio dei lavori del nuovo Parlamento, la presentazione di un testo che ricalca quello sul quale era stato trovato un accordo: il passo successivo è arrivato nelle ultime ore.

Si tratta di tentare di normare, e di conseguenza aprire alle aziende italiane, un mercato stimato a livello mondiale dall’ONU in circa 250 miliardi di dollari l’anno e oggi completamente in mano a compagnie americane e britanniche, ma anche francesi, israeliane, cinesi, sudafricane e russe.

Un paradosso se si pensa che una quota di assoluto rilievo delle attività delle imprese italiane si svolge fuori dal territorio nazionale, con l’obbligo accessorio previsto dalla nostra legislazione in capo alle stesse aziende di garantire la sicurezza del proprio personale, e che per l’espletamento di tale fondamentale attività quelle aziende sono costrette a ricorrere a compagnie di Paesi stranieri, nei quali è prevista la figura professionale del security contractor, soprattutto quando ci si trova ad operare in contesti ad alto rischio, con grave nocumento in termini di garanzia di controllo dei flussi informativi ai fini della protezione delle politiche e degli asset aziendali come conseguenza dell’impiego di personale straniero. Lo spionaggio industriale, infatti, assume sempre maggior rilievo nella concorrenza tra le principali potenze economiche, per contrastare il quale le grandi professionalità che esprime il nostro comparto sicurezza sono quanto mai essenziali. E’ una componente, niente affatto secondaria, della più complessiva  protezione degli interessi nazionali.

La norma in questione, inoltre, garantirebbe il proficuo reimpiego di una parte consistente del personale altamente addestrato in uscita dalle nostre Forze Armate, garantendo loro una prospettiva lavorativa adeguatamente qualificata ed in linea con gli alti valori che ne hanno caratterizzato il servizio a difesa del Paese. Al contempo consentendo una ulteriore spinta verso una sempre più significatica qualificazione degli Istituti di Vigilanza, sotto il controllo e l’indirizzo del Ministero dell’Interno.

E allora, tornando a quanto ci riguarderà da vicino nelle prossime settimane, cogliamo quest’occasione per ribadire la nostra gratitudine al ministro Lollobrigida e al gruppo di Fratelli d’Italia, nonché a quanti hanno e avranno intenzione di voler prestare attenzione alle istanze del comparto e di comprenderne le ragioni.

Un ringraziamento particolare va peraltro al deputato che si sta assumendo l’onere di fare da relatore al provvedimento, l’on. Riccardo De Corato, non nuovo per vicinanza al comparto della vigilanza privata e con un’expertise invidiabile in ambito di sicurezza pubblica e privata, in particolare nel territorio lombardo.

Come sempre Assiv è pronta a fare la sua parte.